MANIFESTAZIONI-INAUGURAZIONI: Articolo sull’associazione 20/11/2013

Tre ali per fare cerchio
E se una notte d’inverno un viaggiatore…scriveva Calvino. Se una notte d’inverno un viaggiatore resta
intrappolato nel traffico dell’autostrada, loro partono con panni e bevande caldi. Se succede, invece, in un
cocente mezzogiorno estivo, loro partono con acqua. E se queste due situazioni si verificano in una zona della
nostra provincia o della nostra Emilia, è probabile che tra quei ‘loro’ ci siano anche i Volontari Protezione Civile
Persiceto. Si riconoscono da quel triangolo giallo in cui campeggiano tre ali blu in cerchio, da quel loro stemma
che racconta senza troppi giri di parole il loro fare ed essere cerchio intorno alla comunità persicetana.
Fanno cerchio perché fanno squadra tra loro e con le Istituzioni. Ogni azione infatti dei volontari persicetani
parte su commissione, non certo per una mancanza di spirito d’iniziativa ma perchè è proprio della Protezione
Civile agire in accordo con gli Organi istituzionali. Così, anche a Persiceto, non c’è intervento senza che ci sia un
chiaro e ben predisposto programma, attivato su chiamata del Sindaco e della Consulta di Bologna, ovvero della
Consulta Provinciale di Volontariato di Protezione Civile. In una situazione d’emergenza, tanto per chiarire, è
l’allarme attivato a livello provinciale o comunale che fa avviare la macchina dei volontari: un’accensione rapida e
immediata che garantisce una partenza sicura ed efficiente, grazie al fare squadra dei volontari.
E’ stato così anche nell’ultima emergenza Terremoto dello scorso anno, emergenza che ha dato a tutti i volontari
il senso di come l’essere volontario sia non questione di tempo libero, ma scelta di investimento. In quelle scosse
che hanno coinvolto le vite di tutti, una volta assicurata la situazione personale e famigliare, ognuno di loro si è
diretto in sede, certo che là avrebbe già trovato gli altri. Infatti, davanti alla grande casa gialla conosciuta dai
persicetani come il Maneggio, in breve tempo la mattina del 20 maggio si è attivato il COC, ovvero il Centro
Operativo Comunale, che in poco tempo ha attivato una squadra che alle 7,45 era già a Finale Emilia pronta a
montare la Cucina da Campo.
Sottolineare che, a poco meno di quattro ore dalla scossa che aveva svegliato tutti, i volontari di Persiceto erano
già sul posto più colpito con la loro attrezzatura, non serve per premiare la rapidità, ma a evidenziare come
fondamentale sia il lavoro di squadra. Ciascun volontario, infatti, ha un compito, sia nelle attività ordinarie che
nelle emergenze. Sa cosa deve e cosa può fare e soprattutto sa quali strumenti usare. Questo non perché possano
diventare volontari solo quanti in una vita precedente sono stati Rambo o MacGiver o Wonder Woman! Se è vero
che una simile caratteristica potrebbe di certo aiutare, purtroppo non c’è invece alcun mistero: ciascun volontario
viene addestrato, dal primo Corso Base a corsi sempre più specifici.
Innanzitutto, infatti, occorre saper conoscere il proprio margine d’azione. Uno dei servizi quotidiani garantiti dal
gruppo persicetano, in convenzione con il Comando della Polizia Municipale, è il controllo della viabilità presso
le Scuole Romagnoli e Mameli e presso le scuole di Decima e delle Budrie: in questo frangente, è compito del
volontario controllare la situazione e, in caso di irregolarità da parte di qualche pedone, ciclista o automobilista,
fare le dovute segnalazioni agli Organi competenti, non certo prendere la propria iniziativa per qualche azione.
Sembra un accorgimento banale, ma dall’azione corretta del singolo volontario trae beneficio sia il servizio che il
gruppo; è per questo motivo, per questa necessità di imparare a saper valutare situazioni e competenze che la
sezione di Persiceto chiede a chi fa domanda di entrare come volontario un anno di prova, ovvero un anno in cui
essere volontari con ‘tesserino provvisorio’. Questo non serve per fare discriminazioni o per creare gerarchia, ma
serve al volontario stesso per rendersi conto di quanti e quali siano i servizi in cui collaborare.
Basta fare un giro alla sezione di Persiceto per capire come le competenze specifiche possano spaziare dal mare al
cielo, passando per la terra!
C’è chi ha la patente per le telecomunicazioni e c’è chi ha la patente nautica; c’è chi in emergenza è pronto a
indossare la muta da sub e chi invece deve essere in grado di valutare se in caso di allagamento basti una pompa
per sola acqua o quella per acqua e fango; c’è chi deve sapere montare la torre faro e chi, invece, deve esser
pronto a azionare la motosega con chiara cognizione di come e dove potare; c’è chi deve sporcarsi le mani perché
il parco macchine sia sempre pronto ad entrare in azione e chi deve costruire tabelle e inserire dati per
organizzare gli autisti e i servizi. C’è chi si specializza nella viabilità provinciale (e non solo) per accompagnare a
visite mediche chi ne fa richiesta, c’è chi, invece, è esperto conoscitore delle buche da tana di nutria o da volpe
lungo gli argini del Samoggia; c’è chi sa anche chiuderle e segnalarle con bandiera sì da tenerle monitorate per un
lasso di tempo utile affinché non costituiscano più un pericolo in caso di piena.
Non può essere insomma una scusa quella di non sapere come poter essere utile o di non trovare qualcosa che
piaccia fare! E per ogni compito, non manca l’attrezzatura, quasi tutta di proprietà specifica ed esclusiva del
gruppo, acquistato con quanto arriva dai diversi servizi in convenzione offerti o con quanto ricavato dalla
beneficenza di tanti.
Nemmeno il tempo richiesto potrebbe essere una scusa per togliersi la possibilità di diventare volontario. Per
l’iscrizione annuale come regolare volontario, infatti, è richiesto un monte ore minimo: 20 ore annuali. C’è
un’altra scusa possibile per non voler entrare in Protezione Civile? Forse gli scandali accaduti a livello nazionale?
Se si appartiene alla categoria del ‘mai fidarsi di nessuno’, un motivo in più per andare a donare un po’ del
proprio tempo e accorgersi di come in quella triste e vergognosa occasione, a pagare per l’avidità di pochi furono
proprio l’altruismo e la gratuità dei tanti volontari che, a Persiceto come nel resto d’Italia, dedicano tempo,
energie e capacità a servizio degli altri. Se c’è ancora qualcuno che non si fida o che cerca scuse per non andare,
speriamo resti in minoranza, augurando alla nostra comunità che la Protezione Civile Persiceto non manchi mai
di volontari!

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